Pin it, share it and…

Digiday ha di recente raccolto in un ottimo post 5 campagne che hanno usato Pinterest in un modo creativo ed efficace. La meccanica è quasi sempre la stessa: fate un pin (di un certo tipo di immagini, di un’immagine associata al brand, di una vostra creazione secondo un tema specifico) e avrete la possibilità di vincere. I contest basati su Pinterest, rispetto a quelli basati su Facebook, hanno lo svantaggio di non potere andare molto al di là della meccanica – molto semplice – delle foto, dei boards e del pinning; ma hanno il vantaggio di non “forzare” il concorso all’interno di app dedicate, come fa Facebook da qualche tempo (v. Facebook Promotions: Know The Rules), da quando ha di fatto escluso le meccaniche “più like più vinci”. Così, su Pinterest, i partecipanti fanno le loro attività per partecipare ai concorsi esattamente come farebbero normalmente per curare i loro board sul social network.

Tra le campagne, interessante il caso di Volkswagen: con Street View Quest, la casa automobilistica tedesca ha unito il pinning (di immagini reali di automobili VW fotografate in giro per il Sudafrica) a un mash-up di Google Street View. Un bel gioco che unisce il reale al virtuale. Anche se, più che Pinterest, il fondamentale tool di condivisione sembra di nuovo Facebook.

Bella anche l’integrazione delle cause sociali: più “pinni”, più puoi vincere; ma anche: più “pinni”, più aiuti chi ne ha bisogno. È il caso di Elizabeth Arden, che ha stabilito di donare un eyeliner alla charity Look Good Feel Better per ogni re-pin di qualsiasi contenuto Elizabeth Arden su Pinterest, fino a un massimo di 10.000 oggetti donati. Obiettivo raggiunto, naturalmente; ma anche superato, fa sapere l’azienda.
Elizabeth Arden on Pinterest

E, in tema di sharing e di solidarietà, arriviamo all’iniziativa più attuale: Durex, con un progetto internazionale, lanciato a pochi giorno dal World Aids Day (come ogni anno, il 1° dicembre), punta a donare 2 milioni e mezzo di preservativi. Esattamente quante sono state le persone toccate dall’HIV lo scorso anno. Per donare, basta condividere un messaggio, sotto forma di notizia sull’HIV e l’aids, con Facebook o con Twitter, a partire dal sito 1share1condom.com
Il contatore segna 1 milione e 90mila, l’obiettivo non è lontano.
Durex: 1 share 1 condom

Twitter Time

La crescita di Twitter è sotto gli occhi di tutti. L’ex fratello minore di Facebook sta recuperando terreno molto velocemente. Amatissimo dalla celebrities americane fin dagli inizi, oggi sta attirando utenti di tutte le età, in parte proprio grazie al fatto di consentire un dialogo diretto senza precedenti: i giornalisti parlano con il loro pubblico, scovano notizie e tastano l’umore della gente; i politici hanno evidenze in tempo reale di quanto le loro posizioni vengano apprezzate o criticate; gli sportivi interagiscono tra loro oppure dicono la loro ai quattro venti senza i filtri degli uffici e delle conferenze stampa.

In Italia, i numeri di Audiweb ci segnalano un raddoppio di Twitter: siamo passati dai due milioni di utenti mensili del 2011 ai quattro milioni del 2012, con un’evidente approssimazione per difetto data dal fatto che la fruizione di Twitter – in buona parte il segreto del suo successo – è soprattutto mobile (non ancora rilevata da Audiweb).

Twitter in Italia 2011-2012

Un’idea molto chiara di ciò che si può fare con Twitter ce la danno due musicisti: Enrique Iglesias ha proposto al suo pubblico la lotteria per assegnare i posti nel backstage. I fan dovevano twittare il loro numero di posto con l’hashtag #EnriqueJLotour. I più fortunati avrebbero ricevuto (via Twitter, probabilmente) l’invito. Altro approccio quello della boy band One Direction: Twitter serviva a raccogliere le domande dei fan, a cui rispondere in una speciale sezione dell’esibizione live. Stessa meccanica applicata ormai in decine di trasmissioni radio e tv.

Enrique Iglesias twit & win
Telecom Italia Twitter TeamNon è un caso che Twitter sia alla base di molte strategie di social crm, ovvero di gestione attiva – sui social media – della relazione tra marche, o aziende di servizi, e loro clienti.

Forse Twitter non raggiungerà mai i numeri di Facebook, ma…

  • è senz’altro la killer application per quanto riguardo il dialogo tra le star – di ogni campo – e la gente comune;
  • è forse il miglior servizio in assoluto quanto a capacità di funzionamento ed efficacia identici sul web e nelle mobile apps;
  • crea un ponte continuo tra traditional media e new media;
  • è un modo per far sentire chiunque per un attimo una star, grazie a quei 140 caratteri urlati al mondo.