Non solo Gangnam Style

È probabile che in Corea vi sia una particolare predilezione per le danze di ogni genere. Mentre il fenomeno Gangnam Style continua a impazzare (mezzo miliardo di views finora su YouTube) e i giovani di tutto il mondo si riuniscono per ballare la hit di PSY, la Coca-Cola sceglie proprio il paese asiatico per presentare la sua incredibile nuova vending machine speciale. Il nuovo dispensatore di felicità sotto forma di bottiglie di Coca (v. anche le altre realizzazioni su Quante macchine della felicità) è realizzato con sofisticate tecniche di riconoscimento del movimento (probabile l’utilizzo dei sensori Kinect): per avere la sospirata bottiglietta, bisogna ballare. E non è detto che sia semplice.

Do-it-yourself mobile apps

Intorno a metà degli anni ’90 e più o meno fino alla fine del secolo, un software chiamato FrontPage prometteva siti web costruiti e linkati con facilità, grazie a un semplice editor WYSIWYG (What You See Is What You Get). Tutti, anche coloro che non conoscevano l’HTML, potevano costruire e pubblicare pagine web, linkarle tra di loro, aggiornarle con relativa facilità.

Questo stesso spirito sta animando in questi mesi la nascita di una serie di software e tool vari per creare le applicazioni per telefoni cellulari.

Secondo research2guidance, il mercato mondiale delle applicazioni per smartphone crescerà da 1,94 miliardi di dollari del 2009 fino a raggiungere i 15,65 miliardi nel 2013. Questo boom sarà guidato innanzitutto dal crescente numero di smartphone, che dovrebbero passare dagli attuali 100 milioni fino a quasi 1 miliardo nel 2013.

E così, ecco i sistemi fai-da-te per rendere la costruzione di un’applicazione alla portata di tutti. Mobile Roadie (tradotto un po’ ingenuamente anche in italiano: nella home page, “android” diventa “androide”) promette di essere il modo semplice e poco costoso per chiunque di costruire un’applicazione per smartphone. AppBreeder propone delle app base, customizzabili e poi configurabili a piacere, per una serie di settori: la app per la band, quella per i ristoranti, quella per le scuole, quella per il turismo. Il settore musicale sembra aver guidato questo processo, dando un’occhiata agli esempi proposti dagli operatori. Evidentemente, l’applicazione si propone lo strumento adatto per superare il caro, vecchio MySpace.

In uno scenario così in fermento, laddove negli anni ’90 arrivava il software factotum di Microsoft (appunto: FrontPage), adesso arriva puntuale il prodotto di Google. Si chiama Google App Inventor e punta a far esplodere il Market delle app di Android con una raffica di applicazioni user generated.

C’è solo da sperare che qualcuno tuteli la qualità generale di quanto viene prodotto. Apple sembrerebbe averci già pensato per il suo App Store, come emerge da questo articolo di Wired.
Sia per le nuove software house dell’applicazione fai-da-te, sia per noi utenti, sarà senz’altro un bene.